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Intervista Luca Di Sciullo (IDOS): "In Italia, si diffonde un'indifferenza gelida nei confronti dei migranti"


"In Italia c'è la mancanza di un impianto normativo serio che regoli il fenomeno migratorio in maniera ragionevole e giusta. Il vero allarme sociale non sono gli stranieri, ma è una classe politica astratta dalla realtà. Direi sia cognitivamente astratta a dalla realtà nel senso di una mancanza di una corretta conoscenza di ciò che sta accadendo intorno a noi, ma sia emotivamente astratta dalla realtà nel senso di un'incapacità di empatia di partecipazione alle effettive condizioni di vita degli immigrati. Ed è proprio per questo che da almeno un quarto di secolo questa classe dirigente non è all'altezza delle sfide epocali che sono connesse al fenomeno migratorio".

Dopo la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2023 presso il Teatro Orione, Luca Di Sciullo, Presidente dell'IDOS ci ha rilasciato un'intervista sulla situazione dell'immigrazione attuale, le politiche migratorie, le nuove generazioni e il loro futuro. 

Miruna Cajvaneanu: E' stato un intervento molto forte da parte sua, ha parlato di razzismo 2.0. Ce lo può spiegare, quindi anche da un punto di vista istituzionale?

Luca Di Sciullo: "Sì abbiamo abbiamo visto che negli ultimi 25 anni dopo il varo della della del Testo unico dell'immigrazione, le politiche migratorie sono state in gran parte delegati a partiti dichiaratamente anti-immigrati che hanno speso lunghissimo tempo a decurtare a tagliare a svilire il Testo unico. Il risultato di tutto questo è aver ridotto il numero dei migranti che vogliono entrare ma anche che vogliono restare regolarmente in Italia in situazione di estrema difficoltà. C'è un grandissimo scivolamento ogni anno nell'irregolarità noi abbiamo una sacca di irregolarità ormai di oltre mezzo milione di stranieri. 

E, nonostante otto regolarizzazioni effettuate negli ultimi 36 anni non riusciamo più a riassorbire gli ingressi. Perché queste leggi sono evidentemente molto vessatorie rendono la vita impossibile agli stranieri. 

Abbiamo visto che, man mano che si va avanti, i sentimenti anche dell'opinione pubblica sono sempre andati peggiorando. Nei primi tempi, in cui l'immigrazione era ancora una novità in Italia, c'era un sospetto, una diffidenza verso i migranti. Ma poi è cresciuta in un'escalation, è diventata repulsione addirittura è  sfociata in odio. Adesso questo razzismo 2.0 ha trasformato questo odio talmente caldo talmente, rovente in una freddezza, in un'indifferenza gelida. Noi la vediamo per esempio verso i tanti migranti che cercano di entrare nel paese che affrontano rotte pericolose dove muoiono bambini muoiono donne, a volte le donne incinte perdono i loro bimbi in grembo. 

Ma c'è un'intera classe politica lungo questi ultimi 25 anni e anche tanta opinione pubblica che sostiene queste politiche, che sembra del tutto indifferente quasi come se si parlasse non più di esseri umani ma di oggetti o di cose".

Miruna Cajvaneanu : "Infatti uno di questi concetti che lei ha presentato oggi è proprio questo, la percezione di guardare verso le persone come verso delle cose"

Luca Di Sciullo: "Infatti, c'è uno sociologo molto celebre ha scritto un libro dedicato agli immigranti è intitolato "Non persone". I migranti sono diventati anche merce di scambio e noi vediamo negli accordi recenti che il governo ha stretto anche con la Tunisia che i migranti sono un'arma di ricatto. Con questi paesi coi quali stringiamo accordi come la Turchia, la Libia vediamo che sono merce di scambio, "io ti do il gas però tu tieniti gli immigrati" oppure anche tra i paesi europei: "quanti ce ne prendiamo?". Si ragiona in termini di quantità di stazza in misure di appunto che  tolgono il volto umano, non considerano le storie effettive di questi immigrati. Quindi possiamo parlare a tutti gli effetti di una spersonificazione e anche di una cosificazione". 

Miruna Cajvaneanu: Qual è il rapporto tra la legislazione europea e quella italiana, oggi, in materia d'immigrazione? In che senso vanno le due, dove si incontrano? Si va verso una normalità, positiva, o al contrario?

Luca Di Sciullo: "Nei primi tempi, in cui l'Italia, dopo il varo del Testo unico aveva cominciato già ad adottare misure molto restrittive, molto vessatorie, per esempio con la legge Bossi Fini o i pacchetti sicurezza dei vari governi maroni Salvini e così via, noi ci appellavamo spesso alle direttive e ai documenti dell'Unione Europea,

Perché? Erano documenti di grande apertura e di grande intelligenza anche per quello che riguarda le politiche le linee dell'integrazione degli stranieri negli Stati membri e quindi erano diventati un punto di riferimento per combattere politiche più vessatorie.

Dobbiamo però rilevare che negli ultimissimi anni la salita al potere in tanti stati membri di partiti sovranisti e nazionalisti ha fatto cambiare rotta e anche orientamento. Le politiche europee cambiano e teniamo conto che si avvicinano le elezioni. Quindi non si vuole, diciamo, perdere il consenso elettorale e le posizioni ufficiali si sono molto avvicinate alle posizioni nazionaliste e sovraniste. 

Per esempio è molto impressionante aver visto la Presidente della Commissione Europea accompagnare la nostra Presidente del Consiglio che, come è noto, è uno dei rappresentanti e dei capi di governo di estrazione sovranista addirittura a firmare un memorandum d'intesa con la Libia il cui presidente, sappiamo tutti, è un autocrate che ha usato metodi anche molto violenti con i migranti subsahariani espellendoli, lasciandoli da soli anche a morire nel deserto libico!

Quindi fa impressione vedere che le istituzioni europee hanno riconvertito i loro orientamenti, si sono di fatto adeguate a queste politiche".

Miruna Cajvaneanu: Lei ha parlato prima dell'opinione pubblica. Con le nuove generazioni, con centinaia di migliaia di ragazzi che nascono qua, non si va verso un'accoglienza in un senso di normalità? 

Luca Di Sciullo: "Ci sono tante seconde generazioni nelle scuole italiane. Per esempio due alunni stranieri su tre sono nati in Italia, sono seconde generazioni. Però noi vediamo che anche queste seconde generazioni che pure sono nate qui, parlano l'italiano come prima lingua, hanno amici coetanei sono italiane a tutti gli effetti tranne che per la cittadinanza, vengono ancora molto spesso discriminate anche dai loro pari! Proprio per le loro origini straniere e tante volte hanno difficoltà molto serie anche di inserirsi nel mondo del lavoro a livelli di più alta qualifica.

Pur essendo nati in Italia e conoscendo bene l'italiano, durante il percorso formativo e scolastico sono vittime di dispersione scolastica, di ritardi oppure di abbandono scolastico di prematuro. Sono uscite dal sistema scolastico e quindi poi non riescono a entrare nel mondo del lavoro in quei posti di più alta qualifica che significherebbe, rispetto ai loro genitori, alzare il livello sociale e anche occupazionale dei loro padri. 

Invece in questa maniera rimarranno probabilmente anche loro schiacciati alle professioni più basse, quelle sottopagate, più sfruttate eccetera. Quindi stiamo perdendo un'occasione generazionale di cambiamento e di riscatto!

Miruna Cajvaneanu: Una domanda legata a questo questo clima di tensione in seguito alla situazione internazionale con vari attentati dove tanti puntano il dito con contro quelli che sono arrivati via mare, come il recente autore dell'attentato a Bruxelles, collegandoli all'emergenza sicurezza...

Luca Di Sciullo: "Noi studiando le migrazioni vediamo che si tratta di un fenomeno epocale che è la chiave di lettura eccezionale per capire tutta la nostra epoca. Abbiamo un fenomeno globale. Nel mondo ci sono 300 milioni di immigrati più 62 milioni e mezzo di sfollati interni e sappiamo che queste cifre cresceranno nei prossimi anni. 

Quindi l'immigrazione pone degli interrogativi e delle sfide, per essere ben governata richiede delle politiche di sistema. Invece noi assistiamo in Italia, ma anche in Europa a quelle che ho chiamato nell'introduzione al Dossier delle Instant Policy. 

Cioè noi facciamo politiche sull'onda emotiva di un qualche evento di cronaca momentaneo. Per esempio a Cutro c'è stata questa grande tragedia. Ecco un'Instant Policy: subito il governo si è affrettato a fare un decreto! E in questi giorni si sta parlando del conflitto israelo-palestinese c'è stato il timore che nei flussi migratori si possano insinuare alcuni terroristi Ecco subito un Instant Policy, con la chiusura delle frontiere. 

Non si può governare un fenomeno strutturale organico epocale globale con politiche fatte al momento sull'onda dell'emotività. Bisogna avere una visione complessiva, conoscere le cause remote e sapere intervenire in quegli aspetti più strutturali cruciali per governare al meglio tutto il fenomeno.

Miruna Cajvaneanu: Che si augura per il prossimo lancio del Dossier, nel 2024?

Luca Di Sciullo:  Ci auguriamo è che questo Dossier continui a essere uno strumento non solo di studio per ricercatori, ma anche per la gente comune che possa informarsi e acquisire una informazione corretta e non ideologica, avere uno sguardo non viziato da tutta una serie di strutture visive che la politica e i media alimentano. 

Quindi vivere con maggiore serenità un fenomeno che in Italia conosciamo ormai da 50 anni e che non ha assolutamente nessun aspetto né di emergenza né di minaccia della sicurezza né di eccezionalità. 

E' un fenomeno normale con cui dovremo convivere e speriamo che venga anche governato bene".

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